Politica

Punto Nascite, Cnc risponde a Lena: "Il disagio percepito a Milano qui è deteriorarsi della vita"

"Passiamo alle sue preoccupazioni sulla sicurezza e le chiediamo: e se qualcosa dovesse andare storto in punti nascita che tenete aperti nonostante non ottemperino ai requisiti obbligatori per legge? A questo non pensa".

CASALMAGGIORE – L’intervento del consigliere Regionale della Lega Federico Lena non ha raccolto molto consenso in un’area che vede la chiusura del Punto Nascite come l’ennesima ‘sberla’ ad un territorio già ampiamente penalizzato di suo. A rispondere alla nota stampa del consigliere leghista che ha difeso la scelta di Regione Lombardia di chiudere il Punto Nascite a fronte delle promesse di potenziare l’Oglio Po è il gruppo consiliare di Casalmaggiore la Nostra Casa.

“Incredibile – scrivono dal gruppo – ma il mantra leghista continua. Anno 2016, Gianni Fava (Lega), al comitato: “ridicoli fanno politica… gufano, preoccupati della carriera di qualche medico”. Poco dopo Cedrik Pasetti (Lega) al comitato: “Il lamento delle cassandre si è fatto più acuto… con viaggi da questuanti presso i sindaci della zona”. Luglio 2018, Federico Lena (Lega), dopo che ha chiuso il punto nascita: “spero in una disquisizione sui fatti, non uno sciacallaggio politico”. Ecco i fatti: il nostro punto nascita non ottempera ha una legge nazionale perché dirigenti che voi (Regione) avete nominato non sono stati nemmeno lontanamente all’altezza del loro compito. L’omologo mantovano, nel giro di un anno ha risollevato il numero dei parti di Asola scongiurandone la chiusura. L’accordo Stato-Regioni è del 2010, i parti all’Oglio-Po stavano progressivamente scendendo finché nel 2013 sono andati sotto i 500. Di quali sei mesi sta parlando signor Lena? Qui per anni si è stati a guardare senza intervenire, anzi continuando a togliere e privilegiando vistosamente il presidio di Cremona a scapito di quello Casalasco. E tutto ciò che ci sarà scritto sulla futura delibera di cui parla, poteva essere un miglioramento dell’esistente invece che la compensazione per ciò che ci avete progressivamente tolto. Passiamo alle sue preoccupazioni sulla sicurezza e le chiediamo: e se qualcosa dovesse andare storto in punti nascita che tenete aperti nonostante non ottemperino ai requisiti obbligatori per legge? A questo non pensa. Del resto anche i sindaci leghisti intervenuti in audizione, si sono dimostrati molto netti nel dire che vogliono essere trattati come tutti gli altri lombardi e non come cittadini di serie c, addirittura Fava si era già convertito alla causa. Lei parla di “disagio percepito”: da Milano sarà una “percezione”, da qui è il palpabile deteriorarsi della qualità di vita e, dopo l’ultima mazzata, siamo ormai tutti d’accordo su questo, non c’è partito che tenga”.

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