Cronaca

Australia, la musica del rivarolese
Carlo Alberto Ballarini (CAB)

A Dublino, a 19 anni, frequenta un corso di yoga e meditazione, divenendone maestro più tardi dopo essersi perfezionato in California, poi altri viaggi fino ad approdare in Australia dove per ora è pressoché stanziale

Carlo Alberto Ballarini, in arte CAB, è un giovane uomo, originario di Rivarolo Mantovano, che ha già macinato, nelle scarpe e nell’anima, tanta strada.

A Dublino, a 19 anni, frequenta un corso di yoga e meditazione, divenendone maestro più tardi dopo essersi perfezionato in California, poi altri viaggi fino ad approdare in Australia dove per ora è pressoché stanziale.

Yoga e meditazione sono tra i veicoli della filosofia di vita di Carlo Alberto: raggiungere consapevolezza e coscienza di sé “for a better sharing of common positivity, physical and mental well-being”. A portarlo in Australia invece è, all’inizio, la forte passione per il surf, a farlo innamorare l’immediata sintonia con quella terra dove un’altra sua passione riaffiora: la musica.

Chitarrista punk-rock amatoriale da quando aveva 15 anni, sente di dover approfondire le competenze tecniche e teoriche così si iscrive alla Southern Cross University in Lisborne, dove consegue il bachelor of Contemporary Music, un corso duro, paragonabile a un diploma in musica jazz in uno dei nostri conservatori, ma al tempo stesso bello ed entusiasmante che gli permette di creare un contatto emotivo e cognitivo con la musica che ancora non aveva. La musica come non l’aveva mai vissuta, la musica nei suoi anfratti, nelle sue note segrete gli entra in circolo e nasce THE CAB PROJECT, un progetto di composizione, scrittura e arrangiamento.

Come nella vita così è nell’arte per Cab, un percorso di formazione e conoscenza, di ricerca della propria identità artistica oltre che intima, che poi si sa, è tutto collegato. Inizia a comporre canzoni e si accorge, non essendo particolarmente un affezionato dei social, che il modo di inviare e ricevere messaggi oggi è parecchio cambiato.

Un tempo esistevano i concept album che compravi, ascoltavi e riascoltavi, canzone dopo canzone, più e più volte fino a consumarli. Nelle odierne piattaforme invece, di un EP si ascoltano al massimo le prime due o tre canzoni e nemmeno fino in fondo, le immagini e i suoni scorrono velocemente intrappolate tra l’indice di una mano e un touchscreen, nessuno si sofferma più, nessuno assapora più, nessuno più interiorizza e purtroppo questo destino tocca spesso anche all’arte.

“Non essendo famoso, mi sono chiesto come avrei potuto promuovere la mia musica, la mia identità artistica e di persona, come essere messaggero positivo di energia buona, che apra alle idee e faccia fluire good vibes. Ho capito in quel momento che mi mancavano le attuali strategie di marketing, che i social, se bene usati, ampliano il tuo pubblico e aiutano a farsi conoscere, così mi sono fatto pure un master in marketing e comunicazione ed ho cominciato a postare e a presentarmi assieme alle mie canzoni” Carlo Alberto scrive le prime canzoni poco prima del Covid, altre quattro recentemente e altre ancora sono in cantiere ma decide di pubblicarne una alla volta, una ogni 2/3 per non buttare troppa carne sul fuoco e dare invece alle sue opere il tempo di diventare una felice esperienza collettiva; se per i concept album non è più aria a favore, usiamo le tecnologie e le new promotional strategies in maniera che il vento non soffi contro.

Servirebbe rieducare all’ascolto ma la musica, come tutte le arti ci racconta il suo tempo, e quello in cui viviamo non è certo orientato alla lentezza e all’ascolto. CAB non ha ancora definito un genere che lo identifichi, è ancora in fase di ricerca e studio ragione per cui sta sperimentando varie sonorità. Solitamente parte dal suono delle parole a cui lega note e accordi fino a quando le parole diventano testo e le note melodia, ed è a questo punto che arriva per lui il momento più eccitante…… la composizione e l’arrangiamento.

Conoscitore e amante della musica che ha fatto storia, vedi Genesis, Pink Floyd e altri grandi, Carlo Alberto gode la musica con gli strumenti veri, quindi, non usa assolutamente l’elettronica.

“Il primo obiettivo di The Cab Project è quello di trovare la mia nota: nella stessa misura in cui siamo coscienza siamo anche musica ed ognuno è la propria nota. Desidero che il progetto mi porti verso una identità artistica, a farmi conoscere e a creare una community, fino a toccare spazi più ampi e potermi un giorno esibire dal vivo. I passi devono essere sempre uno alla volta, pazienti e positivi e non si devono sovrapporre, seguo un cammino che abbia tappe: sperimentazione, ricerca, promotion, formazione di una band, registrazione di video, live, busking and happiness! Ora sono più meno a metà percorso”.

Colpisce la positività di questo giovane uomo già carico di esperienze e tante altre in cantiere, colpisce il sano approccio alla vita, e colpisce quanto la sua voglia di crescere interiormente per vivere meglio con sé e con gli altri sia per lui una mission. Non c’è mero individualismo in Cab ma solo desiderio di conoscersi e di conoscere “for making the world a better place for a better community”.

Alleghiamo il video del suo ultimo pezzo, “A Way” online da pochi giorni; chi volesse entrare in comunione con CAB può visitare la sua pagina facebook ricca di tante belle cose.

Giovanna Anversa

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