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Commissariamento Torricella. Belli
Franzini: "Non è colpa di fusione"

Assurda secondo Belli Franzini la scelta di rinunciare alla fusione: "Torricella ha perso l'occasione di accedere a risorse fondamentali per il piccolo comune che è: la scelta di rinunciare, senza motivi particolari, credo abbia fatto un danno alla comunità". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Stefano Belli Franzini, sindaco di Gussola, torna a parlare del commissariamento dei vicini di casa di Torricella del Pizzo: “Non credo che la colpa sia della mancata fusione, come sento dire – spiega il sindaco – quanto piuttosto il fatto che si siano alzati troppo i toni da quando si è avanzata questa proposta. In democrazia si possono anche proporre strade nuove: se non si è d’accordo si può manifestare dissenso, ma non arrivare a spaccare un paese così”.

Sul tema invece del presunto innalzamento delle aliquote, che avrebbe portato alle dimissioni dei consiglieri di Torricella, dunque al commissariamento, Belli Franzini chiarisce: “Per correttezza verso i cittadini e gli amministratori di Gussola, abbiamo chiesto di rispettare convenzioni che già sono in essere. Purtroppo qualcuno ha sputato nel piatto dell’Unione, non solo della Fusione, un piatto nel quale fino a ieri molti hanno mangiato”.

Assurda secondo Belli Franzini la scelta di rinunciare alla fusione: “Torricella ha perso l’occasione di accedere a risorse fondamentali per il piccolo comune che è: la scelta di rinunciare, senza motivi particolari, credo abbia fatto un danno alla comunità”.

Dopo l’arrivo del commissario a Torricella, ora che succede? “Ho già incontrato la dottoressa D’Acunzo (il commissario, ndr), abbiamo iniziato ad affrontare il tema del funzionamento dell’unione e avremo modo presto di lavorare sulla gestione dei vari servizi. Il consiglio dell’unione era formato da 12 consiglieri, 6 per comune: una pari rappresentanza che era una galanteria in vista del progetto poi naufragato. La commissaria sostituirà i 6 consiglieri torricellesi, e ha già incontrato anche il responsabile del servizio finanziario: lunedì 31 avremo già il primo consiglio sugli equilibri di bilancio. Devo dire che ho trovato una persona disponibile e cordiale, cui ho offerto la massima disponibilità per organizzare i vari servizi e fare il punto sui diversi progetti in corso. Non dimentichiamo che l’unione sta gestendo 3,5 milioni di euro di progetti del Pnrr”.

C’è il rischio che quanto accaduto possa aver pregiudicato i rapporti tra i due comuni? “Dipende da chi amministrerà Torricella e con quale scopo lo farà. Se sarà possibile proseguire il percorso abbozzato, che è il migliore possibile (tanto più che gli incentivi sono saliti da 10 a 15 anni) e conviene soprattutto a loro, siamo sempre disponibili, se si preferirà porsi in senso contrario ci si assumerà le proprie responsabilità, sia nei riguardi dell’unione sia per il funzionamento del comune di Torricella. Certamente l’unione non è irreversibile. Io ho sempre ritenuto la fusione la migliore soluzione di sviluppo dei due enti e del territorio, e per questo abbiamo derogato alle regole di gestione della convenzione per dare una mano. Se viene a meno la fiducia si abbia almeno la decenza di rispettare le regole sottoscritte. In questo 2023 proseguiamo con la ripartizione 80-20%, il problema sarà fare il bilancio 2024, per questo volevamo partire con la fusione in quell’anno”.

Come l’hanno presa i suoi concittadini? “Loro hanno capito che è un processo che va fatto, tutti abbiamo dimensioni troppo ridotte. Credo sia stato fatto un grave errore nel non permettere ai cittadini di esprimersi”.

Per chiudere il tema, abbiamo già chiesto al suo collega Asinari di San Giovanni in Croce cosa pensi della prospettiva di costituire tre comuni casalaschi, uno dei quali che raggruppa tutto il Basso Casalasco. Che ne pensa? “Sarebbe la soluzione ideale per il territorio, ma abbiamo difficoltà a fondere due comuni che già gestiscono assieme i servizi, figuriamoci una dozzina. Servirebbero municipi satelliti per presentare le istanze ma sarebbe l’impostazione ottimale per il Casalasco, un territorio che paga la sua frammentazione sia dal punto di vista organizzativo che di visione, e questo handicap lo vediamo nelle varie partite, dall’ospedale alle infrastrutture e alle opportunità economiche a diversi livelli”.

Asinari ha prospettato anche un’area omogenea sul modello cremasco. “Dipende sempre dallo spirito di comunità territoriale con cui si intende partecipare e intraprendere”.

Giovanni Palisto-Giovanni Rossi-Vanni Raineri

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