Casalmaggiore primo comune
cremonese nell'ex Belc? "Si può fare"
Casalmaggiore potrebbe essere il primo comune della provincia di Cremona ad entrare nell’ex BELC, che oggi come acronimo ha YLCN (Your Local Councillors Network), anche se il concetto cambia poco: si tratta, di fatto, di entrare in una rete che possa dialogare direttamente con l’Unione Europea, cercando di cogliere opportunità di formazione, finanziamenti e conoscenze, dentro un meccanismo a volte anche osteggiato ma che comunque fa parte del presente e del futuro anche del nostro Paese.
La proposta è arrivata dal gruppo consiliare di minoranza Casalmaggiore la tua Città, con una mozione letta dalla consigliere Alessia Tascarella, che sarà riformulata con un emendamento e, dopo il primo rinvio del punto, sarà discussa tra due consigli comunali a Casalmaggiore: non il 10 giugno, quando si parlerà soltanto di tangenziale e ponte, ma probabilmente alla fine dello stesso mese.
La discussione in realtà c’è già stata nell’ultimo consiglio e ha raccolto un parere favorevole anche da alcuni esponenti della maggioranza, su tutti il sindaco Filippo Bongiovanni e il capogruppo di maggioranza Giampietro Seghezzi, che hanno però lasciato piena libertà di voto. Più scettica Martina Abelli, mentre Sara Valentini ha chiesto di poter approfondire un progetto che sembra ancora in fase embrionale.
Le adesioni non sono moltissime: 3mila in Europa, 280 in Italia, 26 in Lombardia con Mantova e Curtatone città più vicine a Casalmaggiore ad avere aderito. E nessuna in provincia di Cremona. “Ma l’intento – hanno evidenziato sia Alessia Tascarella che Luciano Toscani – è di provare per una volta ad anticipare gli altri, perché Casalmaggiore ha una grande tradizione di apertura verso l’Europa, come confermano i vari gemellaggi attivi”.
Cosa prevedere la partecipazione a questa rete? Detto che è a costo zero per il comune e che le eventuali trasferte sarebbero a carico della Commissione Europea, verrebbe nominato un consigliere comunale che avrà il compito di fare da ponte con Bruxelles e di condividere le cosiddette “best practices” europee. Insomma, un modo per essere più vicini all’Europa e provare a vederla non più soltanto come una macchina burocratica. L’apertura sembra esserci: sarà così, dopo gli approfondimenti del caso, anche al momento della votazione?
G.G.