La Sabbiosa: un viaggio tra strade
bianche e sapori locali

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Diventa difficile sintetizzare in pochi minuti un percorso frutto di anni di impegno e lavoro: riunioni, incontri, proposte per trasformare un’idea — qualcosa che all’inizio era solo un progetto — in una realtà. Quella de La Sabbiosa, manifestazione entrata di diritto tra gli appuntamenti più attesi dell’estate viadanese.
Un evento nato dall’intuizione dei volontari della Pro Loco per valorizzare il territorio Oglio Po e promuovere una tipicità locale: il melone, protagonista della sagra in agenda il 28 e 29 giugno. La Sabbiosa, di edizione in edizione, è cresciuta: più partecipanti, più realtà che si interfacciano con la Pro Loco, più articolata e strutturata l’offerta di una proposta che non coinvolge solo il Viadanese, ma che abbraccia tutto il territorio.
Altrettanto difficile è provare a cristallizzarne l’essenza con il mero parametro dell’amore per il ciclismo: più probabilmente, nella somma dei fattori in gioco, rientra anche la voglia di cimentarsi in nuove sfide da parte dei volontari coinvolti. A certificare questa crescita c’è anche la campagna social impostata dall’associazione: in febbraio, le prime immagini per promuovere l’evento, un’anteprima frutto del contributo congiunto del fotografo Sergio Marcheselli e di Bianca Tassoni, che, partendo da quegli scatti, ha completato le illustrazioni con il proprio tocco creativo.
Nei giorni scorsi è stato presentato in Sala Saviola al MuVi il video di lancio dell’edizione 2025, un “trailer” che si aggiunge ai promo precedenti. “La motivazione che ci ha spinto a creare questo video – spiegano dalla Pro Loco – è quella di trasmettere l’amore che abbiamo per il nostro territorio. Il progetto cicloturistico è teso ad una valorizzazione dal punto di vista culturale, paesaggistico ed enogastronomico.”
Nel video di Matteo Beccari, impreziosito dai testi di Elisa Montanari e dalla voce di Simone Coroni, emerge l’essenza de La Sabbiosa, “un viaggio attraverso il cuore autentico della terra dell’Oglio Po, un invito a rallentare, a respirare, a guardarsi intorno con occhi nuovi. Un percorso (per la verità sono tre: Rospo, Moscatello e Ramparino, calibrati in base ‘alla gamba’ dei partecipanti) che si snoda tra argini, strade bianche e canali, in cui il paesaggio si racconta ad ogni curva.”
L.C.