Orsoni, gioia di un sesto posto europeo sui 10mila: "Puntavo al decimo, poi ho osato"
"Credo di avere fatto qualcosa di incredibile: è vero che in gara non vi erano molti atleti - spiega Riccardo - ma il mio obiettivo era di arrivare decimo, non di più, anche perché gli undici che mi erano davanti alla Coppa Europa (quando Orsoni giunse 12esimo all’esordio assoluto in azzurro, ndr) c’erano tutti".

GROSSETO – Un sesto posto continentale alla prima esperienza in un Campionato Europeo: non smette di stupire Riccardo Orsoni, marciatore classe 2000 di Piadena che a Grosseto negli Europei Juniores ha chiuso con un piazzamento clamoroso, tenendo conto del livello della gara dei 10mila metri di marcia (disputata sabato) e del fatto che lo stesso Riccardo era il più giovane in gara, essendo ancora un Allievo.
“Credo di avere fatto qualcosa di incredibile: è vero che in gara non vi erano molti atleti – spiega Riccardo – ma il mio obiettivo era di arrivare decimo, non di più, anche perché gli undici che mi erano davanti alla Coppa Europa (quando Orsoni giunse 12esimo all’esordio assoluto in azzurro, ndr) c’erano tutti. La gara è stata lenta, infatti il tempo non fa testo, dato che ad un certo punto si viaggiava quasi a ritmo di allenamento”.
Inizio difficile, con tante scaramucce. “Per 4 km eravamo tutti in gruppo, ed è volato qualche calcio, con gente che spesso cambiava corsia. La tensione nervosa se n’è andata tutta lì. Dopo di che ho iniziato a lavorare di testa: le gambe non giravano come nei giorni migliori, ma credo di essere stato maturo. La tattica è stata quella di staccarsi all’indietro dal gruppone, perdendo 30-40 metri, e tenendo la 12esima piazza. Poi al sesto km ho iniziato a intravedere cedimenti davanti e lì mi sono caricato e mi sono buttato a capofitto: ho preso due turchi e poi un greco, col mio allenatore che mi avvisava del decimo posto conquistato”.
Lì Riccardo non si è accontentato. “Ho visto altri due avversari davanti e mi sono detto: “Già che siamo in ballo, balliamo fino in fondo”. Sono andato ancora all’attacco, nel mentre hanno giustamente squalificato due marciatori che avevano commesso un sacco di scorrettezze. Il primo classificato, che ha poi vinto la gara, mi ha doppiato e in quel momento ne ho approfittato e mi sono fatto quasi trascinare dal suo ritmo riuscendo a riprendere altri avversari: il sesto posto è davvero un sogno. Anzi, una realtà. Perché da qui occorre ripartire per lavorare ancora di più, verso altri traguardi”. Ripartire, in particolare, dall’urlo di gioia sul traguardo di Riccardo: per un sesto posto che vale come, anzi è, una vittoria.
Giovanni Gardani