Santa Chiara, primo incontro col comandante Bertinelli per "Educare alla legalità"
Un incontro intenso, incentrato sui temi della sicurezza con interesse e punti esclamativi piazzati sui problemi che maggiormente possono interessare e devono mettere più in guardia ragazzi giovani come quelli di Santa Chiara.
CASALMAGGIORE – Da un lato, divisi in diversi gruppi per incontri di due ore l’uno, i ragazzi della scuola professionale Fondazione Santa Chiara, dall’altro il Comandante della stazione di Casalmaggiore, il maresciallo Giuliano Bertinelli. E’ partito giovedì mattina presso i locali di via Formis il progetto “Educare alla legalità” voluto proprio dall’Arma sul territorio e dal notaio Mauro Acquaroni, presidente della Fondazione Santa Chiara.
Un incontro intenso, tutto incentrato sui temi della sicurezza con particolare interesse e punti esclamativi piazzati sui problemi che maggiormente possono interessare e devono mettere più in guardia ragazzi giovani come quelli che frequentano Santa Chiara: il bullismo, il cyberbullismo e i rischi insiti in un utilizzo poco intelligente e indiscriminato delle nuove tecnologie e dei social network. Un problema, in verità, che riguarda tutti: Bertinelli ha infatti spiegato che spesso i malviventi utilizzano proprio i profili Facebook, specie quelli sui quali vengono postate molte fotografie, per progettare colpi e prendere informazioni sulla privacy dei residenti. “E’ un po’ come se noi, durante la Fiera di San Carlo – ha spiegato Bertinelli con una efficace metafora – andassimo in piazza con un book contenente tutte le nostre fotografie e le mostrassimo al primo che passa”.
Non solo: dato che Santa Chiara è una scuola di formazione professionale, che dunque porta dritti, una volta terminati i tre anni o più di apprendimento, nel mondo del lavoro, il Comandante della stazione di Casalmaggiore ha inoltre evidenziato i pericoli dell’abuso di alcool e droghe. Non solo nell’immediato, ovvero negli effetti che queste sostanze possono avere sui comportamenti delle persone, ma anche e soprattutto per quanto concerne il futuro del lavoratore. Basta una minima denuncia in questo senso sulla fedina penale, per trovare diverse strade precluse nel mondo dell’occupazione.
Un primo incontro, cui ne seguiranno altri, che la Fondazione Santa Chiara ha fortemente voluto e promosso per i propri ragazzi “per favorire – ha spiegato la stessa scuola – lo sviluppo armonico della personalità degli studenti, affinché diventino persone autonome, responsabili, capaci di difendere i propri e gli altrui diritti, rispettando la propria vita e quella degli altri”. Educazione alla legalità, dunque, quasi come una nuova materia di studio, inserita d’ora in avanti nel programma didattico.
Giovanni Gardani