Politica

Forattini (PD): "Chirurgia,
Mantova sta perdendo il 70%"

“La risposta dell’assessore Moratti – spiega Forattini – ha evidenziato come ancora non ci sia alcun piano e la Regione stia, al massimo, lavorando per la seconda metà dell’anno sugli obiettivi di screening, mentre per le attività chirurgiche lascerà sostanzialmente campo libero alle singole Asst".

“La Regione Lombardia non ha un piano per la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria e il rischio è che, ancora una volta, Mantova ci rimetta più degli altri”. A lanciare l’allarme è la consigliera regionale mantovana del PD Antonella Forattini dopo che, in Consiglio Regionale, l’assessore al welfare Letizia Moratti ha risposto all’interrogazione con cui il Partito Democratico chiedeva quale fosse (se ci fosse) il cronoprogramma per riportare alla normalità l’erogazione di prestazioni ambulatoriali, diagnostiche e interventi chirurgici e se fossero previste iniziative per abbattere le liste di attesa.

“La risposta dell’assessore Moratti – spiega Forattini – ha evidenziato come ancora non ci sia alcun piano e la Regione stia, al massimo, lavorando per la seconda metà dell’anno sugli obiettivi di screening, mentre per le attività chirurgiche lascerà sostanzialmente campo libero alle singole Asst. Una gestione incerta e poco chiara, che penalizza tutto il sistema sanitario regionale, ma in particolar modo quei territori dove l’attività ordinaria si è fermata più che negli altri, anche a causa di scelte sbagliate e di una pianificazione poco lungimirante. E’ il caso della provincia di Mantova che sta pagando scelte specifiche (se non veri e propri errori) effettuate dall’Asst, che vanno al di là dell’effetto pandemia”.

“I dati forniti dalla stessa Asst di Mantova – prosegue la consigliera del PD – mostrano come l’attività chirurgica sia diminuita del 70% durante la pandemia, più che nelle altre province dove le operazioni sono state ridotte ma non a questo livello. Da segnalare, poi, che i numeri sarebbero ancora peggiori se i medici non avessero fatto del loro meglio per sfruttare il canale delle emergenze per conservare un minimo di attività”.

“Che all’ospedale di Mantova ci sia una grave sofferenza lo hanno già evidenziato i 90 medici del Poma che hanno sottoscritto l’appello pubblicato dalla Gazzetta di Mantova. Senza correttivi immediati, il divario aumenterà invece di diminuire. Pertanto auspico che l’Asst di Mantova metta a punto al più presto un piano di ripartenza, condividendolo con i suoi specialisti. Bisogna correggere subito il tiro se vogliamo far tornare il nostro ospedale il punto di riferimento della sanità della nostra provincia, con la presenza di tutte le alte specialità. Non possiamo più perdere tempo: vanno smaltite internamente le liste d’attesa, lavorando sull’organizzazione già da adesso”.

“La situazione si delinea seria, comunque, su tutto il territorio regionale. Uno studio elaborato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) presentato l’aprile scorso  che ha evidenziato   che rispetto al 2019 c’è stata una riduzione  consistente dei ricoveri programmati (-210.647): gli  interventi per tumore al seno  sono diminuiti del 35%, quelli per tumore alla prostata del 42,5% mentre  gli interventi per by pass  si sono più che dimezzati. Lo stesso è accaduto per le prestazioni specialistiche (-9,4 milioni)  che hanno visto un calo del 35,5% degli screening mammografici e del 29,8% dei pap-test. Numeri allarmanti, che rischiano di far pagare un prezzo altissimo in termini di salute, soprattutto ai pazienti fragili”.

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