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Sciopero benzinai, ecco quanto guadagnano i gestori

(Adnkronos) – La speculazione va combattuta, i consumatori vanno tutelati. Ma, mentre è in corso uno sciopero contro le norme di trasparenza sui prezzi volute dal governo, è bene chiedersi anche quanto guadagna effettivamente il gestore di una pompa di benzina.  

Difficile dare una risposta che non sia un’approssimazione, perché il fatturato e gli utili di una stazione di servizio dipendono da tanti fattori: la dimensione, l’ubicazione, il numero di dipendenti, i servizi accessori che fornisce. Si può calcolare, invece, quanto un gestore guadagna sul singolo litro di benzina o di gasolio. E’ un importo che ovviamente varia in base al prezzo finale ma che è il risultato di una quota percentuale che si attesta intorno al 10% lordo. 

Con un prezzo medio per la benzina di 1,81 euro al litro, ci sono 72 centesimi di accisa, 32 di Iva e quindi un prezzo netto di 75 centesimi. La somma è data anche dagli ulteriori decimali. Per il gasolio, a fronte di un prezzo medio di 1,86 euro al litro, l’accisa pesa 61 centesimi e l’Iva 31 e il prezzo netto è pari a 91 centesimi. Anche in questo caso, il totale è dato anche dagli ulteriori decimali. 

La scomposizione del prezzo netto, o industriale, aiuta a capire quali sono le componenti variabili del prezzo. Per la benzina, 54 centesimi al litro è il costo della materia prima, 20 centesimi è il margine lordo
. Sulla materia prima influiscono le quotazioni internazionali e l’effetto del cambio, sul margine il gestore può agire per cambiare il prezzo finale alla pompa. Per il diesel, la materia prima vale 77 centesimi al litro, il margine lordo 16.
 

Il margine lordo serve a coprire anche ulteriori voci di costo e altri oneri, l’utile netto della compagnia e il margine del gestore. Il risultato è che il guadagno netto al litro è intorno a 3,5 centesimi.  

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