Accertamenti su aree scoperte:
cartelle esattoriali da capogiro
Una pioggia di salatissime cartelle esattoriali piovute su diverse attività di Gussola ha creato momenti di rabbia e sgomento da parte degli imprenditori chiamati a saldare arretrati della tariffa Tari che non sapevano di avere.
È accaduto nei giorni scorsi che alcuni titolari di queste attività si sono visti recapitare un saldo da pagare di diverse decine di migliaia di euro, per Tari non corrisposta a partire dal 2021, da parte di Casalasca Servizi Spa. La richiesta non riguarda l’intero importo, ma solo la parte riguardante le aree scoperte: i metri quadri coperti sono sempre stati denunciati regolarmente col pagamento conseguente.
Abbiamo chiesto ad alcuni di questi imprenditori delucidazioni: sin dall’inizio avevano denunciato gli spazi coperti (i capannoni, in pratica) perché convinti che tanto bastasse, poiché è qui che si svolge l’attività. E da tanti anni nessuno aveva mai fatto loro alcun appunto.
Poi i Comuni hanno affidato a Casalasca Spa la riscossione dei tributi Tari, e qui è nato tutto. L’azienda ha compiuto i rilievi (forse con immagini aeree) e verificato che l’area totale, comprensiva dei cortili scoperti, adibiti a parcheggio e quant’altro, era superiore rispetto a quanto denunciato. Da qui la decisione di andare indietro nel tempo (fino a 5 anni, oltre non è consentito) chiedendo il pagamento di quanto non saldato più ovviamente sanzioni e interessi. Il tutto, come detto, per toccare somme che in certi casi sono molto elevate, arrivando a superare i 50mila euro.
“In quell’area non ci lavoro, e perché il Comune non mi aveva mai chiesto di inserirle? E poi perché ci avvisano solo ora e non lo hanno fatto già nel 2021?”. Sono solo alcune delle domande che si sentono. Ma se la legge questo stabilisce, non resta che pagare, e se i Comuni non avevano mai chiesto prima l’aumento non è colpa della società chiamata ora a gestire le riscossioni anche riferite a irregolarità nelle denunce e insoluti.
Il fatto che siano soprattutto aziende di Gussola ad essere state raggiunte in questi giorni dalle multe fa pensare che si sia partiti da questa zona. Noi abbiamo provato ad esempio a sentire alcuni imprenditori di altre zone del Casalasco che ci hanno detto che le loro aree scoperte non le hanno mai denunciate ai fini della Tari, convinti di essere nel giusto. Che sia in arrivo una raffica di multe salatissime? E magari dopo le aziende toccherà ai privati?
Va precisato che non l’intera area esterna è soggetta al pagamento della Tari: da escludere le aree di movimentazione, che sono quelle in genere che si trovano fronte strada. Alcuni imprenditori si sono rivolti a legali, ricevendo la risposta che la legge effettivamente obbliga loro a pagare, magari si potrebbe aprire uno spazio per concordare.
Il fatto è che già nella denuncia di inizio attività andava segnalata l’intera area occupata, ma sino a che i faldoni non sono stati trasferiti dai Comuni agli uffici della sede di San Giovanni in Croce, con l’avvio della cosiddetta tariffa puntuale, nessuno aveva avuto alcunché da segnalare.
V.R.