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Torricella: la storia, la tradizione e il pipèn. Vissani: "Questa è salvaguardia anche ambientale"

Lo chef ha anche attaccato chi ha inserito i siluri nel fiume Po. Nel mattino svelato l'enorme lavoro d'archivio: in totale 168 faldoni dal 1866 al 1950 sono stati “sviscerati” e studiati, ricostruendo la storia del paese. GUARDA I SERVIZI TG DI CREMONA 1

Nella foto Vissani assieme ai volontari

TORRICELLA DEL PIZZO – La memoria passa dai documenti, ma passa anche dal cibo: Torricella del Pizzo lo ha scoperto domenica all’interno della cornice della Festa del Pipèn, giunta alla sua 15esima edizione con lo chef Gianfranco Vissani grande protagonista. “Memoria è tesoro” era il titolo del convegno organizzato in mattinata in sala consiliare del comune torricellese, durante il quale il sindaco Emanuel Sacchini e la dottoressa Elena Lucca hanno presentato il lavoro d’archivio portato avanti negli ultimi mesi da una squadra di archiviste molto attive e attente, alla presenza di una quarantina di cittadini, interessati a scoprire curiosità e dettagli della storia del comune Casalasco. In totale 168 faldoni dal 1866 al 1950 sono stati “sviscerati” e studiati: un lavoro enorme, che ha portato alla luce caratteristiche e singolarità del paese nel corso dei decenni.

Era presente anche l’ex dipendente del comune Sandro Gusberti, che a suo tempo aveva dato il cambio al padre proprio all’archivio e che ha ricordato la migrazione di ben cento famiglie, nel Novecento, verso il Brasile, dettaglio spesso ricordato sotto elezioni, perché molti torricellesi vivono in Sudamerica e questo crea problemi col quorum, abbassandolo sensibilmente. Tra le curiosità pure la Campagna Moschicida, organizzata nel 1941 nella provincia di Cremona, nel periodo del regime fascista, nel corso della quale Torricella si distinse, giungendo al terzo posto provinciale e ottenendo la medaglia di bronzo, come certifica un documento ufficiale dell’epoca.

La mattinata è poi trascorsa nel mercatino dei prodotti tipici – tra cui spiccava il Pizzetto, salame con cuore di filetto, prodotto ideato proprio a Torricella del Pizzo – senza dimenticare presso l’Agriturismo Torretta della Famiglia Fadani i norcini al lavoro, proprio come gli anni scorsi, nella preparazione di insaccati e salumi. Qui Vissani ha sostato prima di passare in cucina, dando una propria visione delle sagre di paese e condannando l’inserimento di specie non autoctone, come i siluri, nell’ambiente fluviale nostrano. “In questo modo non si fa salvaguardia dell’ambiente, che invece passa proprio da queste sagre di paese – ha detto lo chef – che mantengono vive tradizioni da conservare e valorizzare. Per quanto riguarda i siluri, qualche idiota li ha inseriti nel Grande Fiume anni fa, contribuendo a rovinare un patrimonio”.

Vissani è poi passato in cucina con i volontari, rendendo onore ai marubini, definiti “da Premio Nobel”, preparati dagli allievi della scuola Einaudi e dai volontari. Lo stesso Vissani ha poi presieduto la giuria composta tra gli altri dal sindaco Emanuel Sacchini, da Pierluigi Scaroni, Roberto Scapini, Eugenio Stabili, Pierluigi Viola, Andrea Cerioli, Zelindo Madesani, Arnaldo Cavalli e Marco Rizzi. Quest’anno in gara, presentata da Vanni Raineri del Comitato Fiera, c’erano i cotechini, otto in totale: a vincere è stato quello del Salumificio Santini di Torre dè Picenardi, seguito dal salumificio Belli di Trigolo e dal Salumificio Pezzi di Viadana. Ciascun prodotto è stato giudicato in base all’aspetto visivo, olfattivo, gustativo, di struttura e di equilibrio. La Festa del Pipèn, intanto, torna domenica prossima.

Giovanni Gardani

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