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Scuola a San Martino, Basché a Pasetti: "Non sono contro l'azienda ma contro il massimo ribasso"

"In poche parole si rischia di favorire chi non paga i propri dipendenti come prevedono i contratti e non osserva le norme sulla sicurezza, in concorrenza con chi rispetta le regole che, per forza di cose, viene emarginato".

SAN MARTINO DALL’ARGINE – Risponde al vicesindaco Pasetti il consigliere di minoranza Roberto Basché: la questione è quella dell’appalto dei lavori alla scuola elementare di San Martino dall’Argine. “Dura lex sed lex, dice Cedrik Pasetti, nel considerare le modalità di assegnazione al massimo ribasso per i lavori di risparmio energetico della scuola elementare di San Martino dall’Argine – spiega il consigliere di opposizione -. In poche parole il vicesindaco di San Martino dall’Argine afferma che la legge è questa e non possiamo fare altro che rispettarla, rimarcando il suo disappunto per il fatto che ha vinto un’azienda che non è della nostra zona”.

“Diversamente da Pasetti il mio giudizio negativo sull’appalto non va al fatto che non ha vinto un’impresa della nostra zona – afferma il capogruppo della minoranza Roberto Basché – perché il problema non è assolutamente questo in quanto tutte le imprese hanno diritto di partecipare agli appalti in tutta Italia e anche a livello europeo. Il problema è quello di assegnare i lavori con il massimo ribasso, il che vuol dire che, in teoria, certe imprese dovrebbero lavorare in perdita ma, nella realtà, visto che queste per sopravvivere devono per forza guadagnare, spesso combinano di tutto per poter far quadrare i conti”.

Basché rileva, sottolineando di non fare alcun riferimento all’impresa vincitrice dell’appalto a San Martino dall’Argine con oltre il 25% di ribasso, che spesso in circostanze di eccesso di ribasso o non si pagano regolarmente i dipendenti, o si abbandona il cantiere dopo il primo acconto oppure si usano materiali scadenti. Sempre rimarcando che il suo giudizio non va all’impresa vincitrice dell’appalto di San Martino dall’Argine, Basché rileva che “sulla legge di riferimento all’appalto al massimo ribasso si è pronunciato il Consiglio di Stato, che ha definito come illegittimo il ricorso al massimo ribasso perché introduce un inammissibile limite alla libertà di concorrenza sull’elemento economico”.

“I Comuni non sono mai stati obbligati ad attivare gare al massimo ribasso – sottolinea ancora Roberto Basché – ma hanno sempre avuto la possibilità di scelta tra queste e l’offerta economicamente più conveniente in un equilibrio armonico tra i prezzi offerti e la qualità delle prestazioni. La tragedia vera di questa epoca e che gli enti pubblici decidono il massimo ribasso per spendere meno, non considerando che si penalizzano le imprese che rispettano i contratti e pagano correttamente i loro dipendenti. In poche parole si rischia di favorire chi non paga i propri dipendenti come prevedono i contratti e non osserva le norme sulla sicurezza, in concorrenza con chi rispetta le regole che, per forza di cose, viene emarginato. Qualche amministratore potrebbe rilevare che il corretto pagamento del personale non è un problema suo, se così è, non lamentiamoci delle infiltrazioni malavitose negli appalti”.

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