Ambiente

Tutela del Chiese, il presidio
ha incontrato il Prefetto Laganà

"Abbiamo compreso che la situazione del Chiese non la conosce ancora bene e ci siamo lasciati con l'impegno di rivederci, e noi abbiamo proposto di far eseguire uno studio da un Ecologo fluviale, terzo, per avere un parere qualificato sulla tematica specifica di quali conseguenza porterebbe al Chiese l'immissione dello scarico di 250 mila abitanti equivalenti, del Garda"

Il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà ha incontrato, qualche giorno fa, una delegazione dei presidianti che si battono per la tutela e la salvaguardia del fiume Chiese. Non che ci si aspettasse qualcosa, in verità, ma almeno la nuova autorità bresciana si è messa in ascolto delle ragioni di chi, da sei mesi, sta presidiando l’ingresso della Prefettura e proponendo soluzioni alternative all’immissione di scarichi di depurazione del lago di Garda. La delegazione era composta da Gianluca Bordiga, Presidente Federazione Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro; Sergio Aurora, rappresentante del Comitato referendario per l’Acqua Pubblica Brescia; Alessandro Scattolo, rappresentante del Comitato Ambiente Territorio Basso Garda; Pietro Zanotti, rappresentante del Tavolo provinciale Basta Veleni; Piera Casalini, Presidente del Comitato mamme del Chiese. “L’incontro – spiegano i referenti del presidio – è durato 2 ore e mezza, è iniziato con i nostri interventi, il Prefetto ci ha ascoltato, e ognuno di noi 5 ha portato gli argomenti che porta avanti col l’attività delle singole entità sociali, poi il Prefetto ha risposto su tutto ed ha sostanzialmente confermato che la scelta del predecessore va avanti al che s’è innescato un dibattito molto acceso negli argomenti, non nei toni perché il confronto è stato molto rispettoso anche delle nostre entità; su un aspetto in particolare il Prefetto non ci ha risposto: sulla possibilità che la condotta sublacuale si può sostituire e che questo sarebbe intanto l’intervento più rapido e che metterebbe in assoluta sicurezza il Lago di Garda, in relazione agli argomenti che il Prefetto a ripetuto che il Garda è un patrimonio nazionale e che va preservato; noi abbiamo rafforzato il nostro tono e nel ribadire che il Chiese non ha bisogno di essere rimpinguato da altri bacini, perché è un bacino ricco di natura, ma semmai ha bisogno di essere rispettato finalmente, dopo un secolo di depauperamento per attività intensive che derivano acqua e lo inquinano; poi il Prefetto ha cercato di rafforzare la linea della utilità di immettere acqua in più nel Chiese, e noi a quel punto abbiamo ribadito che è la strada assurda e profondamente sbagliata, perché ripetiamo serve diminuire i prelievi di acqua dal Chiese, soprattutto, e poi non lo si aiuta immettendo scarichi di depurazione. Abbiamo compreso che la situazione del Chiese non la conosce ancora bene e ci siamo lasciati con l’impegno di rivederci, e noi abbiamo proposto di far eseguire uno studio da un Ecologo fluviale, terzo, per avere un parere qualificato sulla tematica specifica di quali conseguenza porterebbe al Chiese l’immissione dello scarico di 250 mila abitanti equivalenti, del Garda, che si aggiungerebbero agli scarichi ordinari dei 31 Comuni del Chiese e poi abbiamo chiesto di farsi parte attiva per avviare un confronto sia con i Comuni e le attività gardesane, e anche col comparto agricolo della pianura“.

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