Bozzolo e l'istituto di carità, i bimbi non passano nel cortile: il Tollini dice no alla scuola
A quelle comunicazioni, qualche giorno dopo, seguirà una lettera del primo cittadino Giuseppe Torchio al presidente dell'Istituto Assistenziale in cui lo stesso sindaco esprime profondo rammarico

BOZZOLO – Preferiamo di no. Un monosillabo che per la secondaria Scipione Gonzaga di Bozzolo, in questi tempi difficili in cui la ripresa dell’attività scolastica si incrocia con i severi protocolli per contenere la diffusione del Covid 19, suona come una doccia fredda.
A pronunciarlo è l’Istituto caritativo Tollini del paese, il cui consiglio di amministrazione è espressione della comunità parrocchiale, al quale la scuola, tramite l’amministrazione comunale ed il suo sindaco Giuseppe Torchio, si era rivolta per chiedere la cortesia di aprire il cancello dell’edificio di cui esso è proprietario, sito in piazza Europa, al fine di consentire a tre classi il passaggio per accedere al cortile della scuola.
I due cortili, infatti, comunicano grazie ad un cancello interno. Una sessantina di ragazzi in tutto, accolti all’ingresso ed accompagnati all’uscita dai docenti, che potrebbero così usufruire di un’entrata differente dalle altre classi ed evitare così l’assembramento a ridosso della porta principale della sede dell’Istituto Comprensivo.
A giustificazione di tale decisione, apparentemente incompatibile con la mission di attenzione ai bisogni del territorio, sarebbe il timore di recare disturbo ai condomini le cui finestre si affacciano sul cortile interno, e quindi sul passaggio dei ragazzi. Un disturbo di una manciata di minuti al giorno.
Questione di pochi metri, sfruttando il corridoio di quello spazio aperto, e la secondaria potrebbe ovviare, dopo mesi di scrupolosa attenzione a porre in essere tutte quelle misure tese a rendere gli spazi della scuola il più sicuri possibile, all’ultimo ostacolo. Il più semplice, per alcuni aspetti. Eppure a quanto pare insormontabile per il Tollini.
Una porta chiusa, anzi, un cancello sbarrato. Un catenaccio che – per evitare assembramenti lungo via Arini – rischia di vedere l’orario delle lezioni inevitabilmente diversificato, se l’ingresso degli alunni dovesse avvenire attraverso la stessa unica porta. Per alcuni di loro, l’avvio delle lezioni potrebbe essere posticipato, così come, di conseguenza, il termine della mattinata, con comprensibile disguido per il trasporto scolastico e per le famiglie.
La vicenda ha una premessa: i rapporti tra l’Istituto di carità e amministrazione da quanto ci riferiscono fonti ben informate, non sarebbero mai stati particolarmente sereni. I problemi risalirebbero a una quindicina di anni fa. Sino a quindici anni fa nell’ente caritatevole c’era spazio anche per la rappresentanza comunale. Il comune è stato poi – proprio a seguito di quanto successo allora – estromesso e la parrocchia ne è rimasta unica responsabile. Presidente dell’Istituto è il parroco don Luigi Pisani che però – a quel che sembra – non ha firmato il diniego alla scuola per il passaggio.
L’amministrazione, tramite il sindaco Giuseppe Torchio, aveva chiesto – con lettera datata 21 agosto – al DdA dell’Istituto il permesso di poter usufruire di quel passaggio. Era stata la dirigente scolastica, dottoressa Rizzardelli, il 19 agosto, a convenire col sindaco per quella soluzione che avrebbe tolto parecchie castagne sul fuoco. Il permesso era stato richiesto per tre classi della secondaria di primo grado di Bozzolo, una sessantina di ragazzini appunto. La soluzione era transitare per quell’area cortilizia con accesso da Piazza Europa (al civico 23). Il permesso era contingentato (secondo la richiesta del sindaco e secondo le stesse indicazioni della Rizzardelli) ad orari ben precisi. Dalle 7.55 alle 8.10, con accesso presidiato da un collaboratore scolastico ed ingresso degli studenti accompagnati dai rispettivi docenti. Stessa cosa all’uscita da scuola, 15 minuti di apertura del cancello, dalle 12.55 alle 13.10 con le stesse modalità dell’ingresso. Era pure stata data garanzia che nessun studente avrebbe sostato nell’area cortilizia privata. La richiesta è stata protocollata, come atto ufficiale (N° 5882).
La risposta del DDA dell’Istituto Assistenziale Teresa e Guglielma Tollini (a firma del suo vicepresidente) è anche questa agli atti (prot. n° 6243) e porta la data del 5 settembre. Il DDa si era riunito il giorno prima. Nella risposta l’Istituto comunicava al comune di aver deliberato di “Non autorizzare l’utilizzo del cortile di proprietà Tollini per il transito degli studenti, in quanto l’uso del cortile è riservato ai conduttori degli immobili di proprietà dell’Istituto residenti ai civici 18, 22 e 23”.
L’istituto ha giustificato il proprio no suggerendo l’accesso dalla stessa piazza dal civico 19, dall’ingresso della Sala Civica Ecomuseo (comunale). “L’ingresso e l’uscita degli studenti per/dalla scuola secondaria può avvenire utilizzando esclusivamente i beni comunali… non vi è alcuna ragione atta a giustificare una compressione, sia pure temporanea, della fruibilità privata di questo istituto”.
Una soluzione alternativa insomma, ma la foto del cancello d’ingresso dell’ecomuseo chiarisce che non è proprio la soluzione più idonea. A dare maggior riscontro alla soluzione auspicata dal comune e cassata dall’Istituto c’è pure la relazione tecnica dell’Ing. Veneziani (responsabile della sicurezza scolastica).
A quelle comunicazioni, qualche giorno dopo, seguirà una lettera del primo cittadino Giuseppe Torchio al presidente dell’Istituto Assistenziale in cui lo stesso sindaco esprime profondo rammarico.
Anche se non vengono rilasciate al momento dichiarazioni c’è delusione nell’amministrazione. La scuola ha un passaggio stretto e con le norme anti Covid il rischio è quello di rallentare di molto l’inizio delle lezioni. L’apertura del cancello avrebbe quantomeno consentito di velocizzare i tempi in assoluta sicurezza, per questo amministrazione e scuola si erano fatti carico di chiedere un piacere – in situazione d’emergenza – all’istituto di carità. La soluzione dell’accesso dal cortile privato sembrava la soluzione più idonea (l’altra, proprio per gli spazi angusti, non era stata ritenuta adatta). E’ andata come andata, ma di certo non finisce qui.
Naturalmente restiamo a disposizione del DdA dell’istituto caritativo per ogni delucidazione in merito. La nostra ricostruzione parte dalle carte e da uno sfogo. Le strade del signore peraltro dovrebbero essere infinite. Quelle degli uomini, purtroppo, non seguono mai lo stesso andazzo.
N.C.


