Cronaca

Via Zuccherificio come l'autostrada,
altro gatto investito e lasciato a terra

Una delle troppe terre di mezzo, qui come altrove, in cui nessuno fa nulla. D'altro canto si fa poco, o nulla, per l'incolumità delle persone, figurarsi se a morire sono gatti

Un altro morto. Uno dei tanti in questi anni. La via è quella dello Zuccherificio. Nessun controllo, nessun dissuasore, nessuna intelligenza da parte di chi, anche nel tessuto urbano, pensa di essere il padrone della strada e corre come un dannato. Nessuna multa, a memoria. Uno dei tanti Far West di Casalmaggiore. Una delle troppe terre di mezzo, qui come altrove, in cui nessuno fa nulla. D’altro canto si fa poco, o nulla, per l’incolumità delle persone, figurarsi se a morire sono gatti. Basterebbe citare la Sabbionetana in questo senso. Due morti, gente che attraversava la strada. Non si è fatto nulla, e la gente continua ad attraversare la strada.

L’ultimo morto lunedì sera. Un post del negozio Qua la zampa, la saluta per un’ultima volta: “Ciao piccola Rachele. Buon ponte. Non meritavi questo ma purtroppo a causa di gente che non conosce la civiltà e l’umanità ci hai dovuto lasciare. Eri ormai diventata anche tu la nostra mascotte“.

L’investimento di Rachele da poco fatta sterilizzare è avvenuto proprio lunedì sera alle 17,30 circa sotto gli occhi di Stefania di Qua la zampa davanti al negozio. La gatta dopo l’incidente è riuscita con un ultimo attimo di vita ad attraversare la strada ed è morta nel giardino del condominio di fronte. L’auto non si è fermata. Hanno già fatto presente la situazione in Municipio per cercare di far moderare la velocità, ma per ora senza ottenere niente. Lo so… qui chi deve capire che la via è pericolosa sono quelli del comune, tempo fa in via dello zuccherificio c’è mancato pochissimo che investissero un bambino

La storia ce la racconta Paola Righelli che, insieme all’amica Stefania di Qua la zampa, cura la colonia felina dell’area. Ce la mettono tutta, da un po’, per quei gatti di strada. Sono gattare, tre le tante. Non chiedono nulla, fanno tutto a proprie spese. Amano e non si chiedono perché. Amano e basta.

Torno dal lavoro – ci racconta – dopo ore ed ore in fabbrica e mio marito, che mi da il cambio nel curare una piccola colonia felina che abita attorno al nostro condominio, mi abbraccia forte e mi mette al corrente dell’ennesimo strazio, dell’ennesima vittima innocente di una strada, Via dello Zuccherificio, preda ormai, da troppo tempo, di persone che, per arroganza, per fretta nel vivere la vita, per menefreghismo, schiacciano sul pedale dell’acceleratore incuranti del fatto che, dalle otto del mattino, alle venti della sera, centinaia di persone e diversi animali, tra cui gatti e ricci, si muovono in un incessante via vai“.

Una situazione non nuova, purtroppo… “Da quando abito in questo quartiere – prosegue Paola – sono già avvenuti diversi incidenti: persone investite in bicicletta, tamponamenti vari ed ovviamente una vera mattanza di piccoli animali, che fanno comunque parte della nostra comunità, che noi gattare e gattari curiamo, alimentiamo e coccoliamo ogni singolo giorno dell’anno ed a cui poi, ovviamente, ti affezioni e vuoi bene, come fossero facente parte della famiglia. Una famiglia allargata, ma pur sempre di esseri viventi che hanno diritto alla cura ed al rispetto“.

Una cura che non conosce tregua. 365 giorni l’anno. E poi, quegli esseri speciali, ti entrano nel cuore. Esseri per i quali nessuno o quasi si ferma a prestare soccorso: “Noi comuni cittadini, che svolgiamo questo compito dettato dal cuore, che ogni giorno, che piova, che nevichi, che ci siano 40 gradi, ci prodighiamo per cercare di alleviare la pena del vivere in strada di questi piccoli amici pelosi, siamo veramente stanchi di dover lottare con l’ inciviltà di esseri umani che hanno un sasso al posto del cuore e che non si fermano neppure a dare aiuto, ma schizzano via come ladri nella notte, lasciando le loro vittime agonizzanti a bordo strada“.

Chiede un intervento all’amministrazione Paola, avanza una proposta. La stessa che in via Po a Martignana ha preso il sindaco Alessandro Gozzi mettendo, in quel budello dritto in cui gli automobilisti amavano confrontarsi come fosse il rettilineo di Le Mans, un dissuasore di velocità. Ora chi va in macchina, almeno lì, è costretto a rallentare per non immolare parti d’auto alla velocità. “È ora di dire basta a questo scempio e chiedo all’amministrazione comunale ed al Sindaco di intervenire, anche con l’ausilio di dissuasori di velocità, telecamere o altro per scoraggiare definitivamente comportamenti atti a ledere la vita altrui, anche se questa vita è di un comune gatto di strada

COSA DICE LA LEGGE – La normativa (quella di cui tutti o quasi, soprattutto in questi casi si disinteressano poiché poi non c’è nessuno ad applicarla) è estremamente chiara in queste situazioni.

Il codice della strada – Spiega ASAPS – è tassativo: nel caso si investa un animale, che sia domestico come il cane o il gatto, protetto o da reddito, vige l’obbligo di fermarsi, prestare soccorso e fare in modo che scattino gli allarmi necessari all’intervento di operatori specializzati nel settore.

In poche parole dovrebbero non vedersi più, soprattutto al mattino sulle strade trafficate, quella pellicce dai colori indefiniti che solo passando vicino danno la triste dimensione di un animale che ha lasciato il proprio istinto e il proprio essere selvaggio sopra una striscia di asfalto.
Sono previste multe per i trasgressori che vanno da 389 euro a 1.559 euro in caso di partecipazione diretta: anche per chi vede e non si ferma è giustamente prevista una multa, più ridotta, che va da 78 euro a 311 euro.

Come dicevamo chi investe un cane, un gatto, un capriolo o un altro animale, deve intervenire immediatamente chiamando i soccorsi: polizia stradale, polizia municipale, carabinieri o servizio veterinario della Azienda Asl; i mezzi di questi ultimi sono equiparati a quelli delle ambulanze o dei vigili del fuoco e, in emergenza, i veicoli del servizio veterinario utilizzati per il trasporto di un animale ferito, possono infrangere anche le regole del codice della strada.

Infine chi assiste all’investimento di un animale con fuga del colpevole, può prendere tranquillamente il numero della targa, comunicarlo agli agenti affinché siano applicate le giuste sanzioni.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare la severità di queste regole applicate agli animali, quando purtroppo assistiamo ad episodi eclatanti di pirateria con il coinvolgimento degli uomini. Ma forse è proprio con l’applicazione delle regole partendo dalla base che si possono ottenere risultati e, quindi, salendo la scala Darwiniana forse sarà possibile ottenere maggiore successo.

E poi chi non ha avuto un incontro con gli occhi festosi di un cane o accarezzato il pelo vibrante di fusa di un gatto? Anche i nostri piccoli amici hanno una dignità come gli uomini, pure loro animali, che non va calpestata e, soprattutto, investita affinché non succeda come nella fattoria degli animali di George Orwell dove: “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri“.

COSA DICE IL BUON SENSO – Direbbe invero di andar piano, soprattutto nelle aree urbane. E di fermarsi a prestare soccorso. Ma il buon senso è uno di quei sensi di scarso utilizzo. Non resta allora che applicare tutti quegli strumenti per la riduzione della velocità. Quello che si augura Paola. Per se, per i suoi gatti e per tutte le persone che vivono lì, a pochi passi dalla ferrovia.

N.C.

 

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